La candidate experience: quando la valutazione non è più a senso unico

Ci sono un annuncio di lavoro, un candidato e un selezionatore… sembra l’inizio di una barzelletta, invece si tratta di qualcosa di serio, che ci deve far cambiare prospettiva sul processo di recruitment.
Sta diventando sempre più importante la percezione del processo da parte delle persone selezionate, definita come candidate experience. Non è solo il candidato a dover essere in grado di mostrare ciò di cui è capace e preoccuparsi di quale comportamento adottare. Anche l’azienda ha una grossa responsabilità: fare in modo che i candidati valutino positivamente il processo di selezione proposto. Perché, alla fine, è il candidato che sceglie se o quale offerta di lavoro accettare e un processo di reclutamento rispettoso, percepito come equo, attira i migliori profili.

È la tesi proposta dal professor Dirk Steiner, docente e ricercatore in psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni. Una tesi che applica i principi di giustizia organizzativa alla valutazione dei candidati. Le sue ricerche si concentrano principalmente sulla percezione di giustizia legata agli strumenti di valutazione nei percorsi di recruitment, e contribuiscono a ottimizzare le loro pratiche di utilizzo. Quando parliamo del processo di recruitment, siamo portati a pensare agli obiettivi di chi deve fare selezione, alla priorità di identificare i candidati migliori. Nelle ricerche condotte, sono stati invertiti i fattori e ci si è concentrati sugli obiettivi dei candidati: essere valutati per ciò che si vale, trovare un posto in linea con le proprie capacità, avere la possibilità di continuare a sviluppare le proprie competenze.

I test e gli strumenti di valutazione delle competenze sono giudicati utili quando al candidato viene spiegato che cosa viene valutato e la relazione tra questa valutazione e la posizione da ricoprire. È indispensabile che il selezionato abbia fiducia nella validità del processo proposto.

Su quali elementi si basa un candidato per valutare la qualità di questo processo? Sul modo in cui viene trattato e sulla percezione della giustezza nella scelta effettuata alla fine del processo di selezione. Ci sono alcuni punti chiave che influenzano positivamente o negativamente tutti i candidati, tra i quali la qualità dell’offerta pubblicata, l’informazione sulla metodologia utilizzata, la condivisione delle informazioni che lo riguardano, l’assenza di discriminazioni e la possibilità di esprimersi liberamente e avere il tempo di fare domande.

Questo dovrebbe essere l’obiettivo di un datore di lavoro: sviluppare positivamente la propria immagine, così che ogni colloquio possa terminare con una stretta di mano e un sorriso, indipendentemente dalla decisione che viene presa.

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