Quando la musica ci insegna il lavoro collaborativo!

Che cosa potrebbe insegnare la musica al mondo del lavoro? Il famoso direttore d’orchestra Sergio Baietta – che ha avviato una collaborazione con RisorSe al fine di creare uno strumento per la formazione e il team coaching – evoca per noi alcuni spunti di riflessioni e alcune idee forti …

Quale legame intravedi tra musica e organizzazione?

Ho sempre considerato la musica come un modello di ordine armonico naturale dal quale potremmo trarre ispirazione, individualmente o collettivamente. Ogni orchestra è un esempio di organizzazione armonica: un gruppo di persone che collaborano nella realizzazione di un capolavoro e alla sua diffusione al pubblico.

Come si può esprimere concretamente questa armonia?

In una sinfonia, ad esempio, non esiste una sezione di strumenti che “sempre” prevale sugli altri, come leader assoluto. Piuttosto, ci sono momenti in cui uno strumento diventa un solista per suonare la melodia principale, mentre gli altri lo accompagnano. In seguito il solista diventerà a sua volta un accompagnatore. Ogni strumento ha il suo momento di gloria in cui può esprimere il suo massimo potenziale e le sue idee musicali, mentre partecipa al collettivo. Anche il direttore d’orchestra deve a volte imporre la propria volontà, mentre altre volte lascia ai suoi musicisti la completa libertà di espressione. Possiamo definire questa una tipologia di leadership dinamica e flessibile.

Allo stesso modo, in un gruppo di lavoro ognuno deve avere il proprio “momento di luce”, essere riconosciuto e valutato come unico ed essenziale. È un prerequisito per l’engagement, perché il risultato del lavoro di squadra è sempre maggiore della somma degli sforzi che ogni membro può produrre. Esiste un’alchimia specifica per ciascun gruppo, quindi è molto importante che tutti siano consapevoli di essere immersi in un processo o in un flusso comune.

Ma apprezzi anche le dissonanze, nella musica … come nei team?

In effetti, nella musica esiste un fenomeno musicale chiamato dissonanza.
La dissonanza è una sgradevole sensazione di attrito e contrasto tra due o più note. Possiamo facilmente paragonare questo fenomeno ad una comune situazione problematica in un collettivo, o semplicemente a una tensione tra due soggetti. Nel contesto dell’armonia musicale, ogni dissonanza è tuttavia protesa a trovare la sua risoluzione in una consonanza, vale a dire che ogni dissonanza crea un movimento verso un accordo più alto, più piacevole, più ricco e più completo di prima.
Per andare oltre, direi persino che questo conflitto, nella musica, è necessario. Pertanto, nelle nostre vite personali e nelle dinamiche di gruppo, dobbiamo cercare di vedere le situazioni di conflitto come opportunità di crescita. Perché credo davvero che una squadra senza diversità e senza conflitti sia una squadra con una bassa capacità di generare idee creative e innovative…

Quindi la parola è d’argento … ma il silenzio sarebbe d’oro?

Per quanto paradossale possa sembrare, una delle caratteristiche fondamentali della musica è la pausa, l’assenza di suono, il silenzio. Non c’è suono senza silenzio. Tutta la musica esistente e tutto ciò che resta da scrivere inizia e finisce con il silenzio.
Per ascoltare la musica, dobbiamo soprattutto immergerci nel silenzio, un silenzio interiore, come dovremmo saper fare anche quando vogliamo interagire con l’altro.

Ma non tutte le pause e tutti i silenzi hanno lo stesso valore e non devono essere considerati solo come l’assenza di musica: sono caratterizzati dalla tensione emotiva generata dal contesto.
Che silenzio ho in me in questo momento? È un silenzio sereno e tranquillo? Un silenzio nervoso e turbolento? E quando interagisco con l’altro, qual è il silenzio che si instaura tra di noi?

Fiducia aperta, condivisione o, al contrario, sfiducia e rifiuto critico? E qual è il clima nel mio gruppo di lavoro? Quale energia viene generata da questa squadra? Quale musica potrebbe rappresentare il suo umore generale?
Quando i musicisti suonano insieme, devono davvero immergersi nello stesso silenzio per poter lasciarsi trasportare dal flusso musicale e trovare un’armonia quasi ipnotica. Nella mia esperienza, vedo che la maggior parte di loro non presta abbastanza attenzione, perdendo così l’opportunità di conoscersi meglio e di relazionarsi più efficacemente con gli altri.

 

Chi è Sergio Baietta

Pianista, direttore, compositore e formatore, Sergio Baietta è un musicista originale ed eclettico che lavora a livello internazionale. È uno dei pochi italiani a debuttare al leggendario Blue Note di New York e in Giappone con la Tokyo Philharmonic Orchestra. Le sue composizioni per pianoforte lo rendono un artista unico. Alterna la sua attività da solista a quella di compositore e direttore. Grazie al suo approccio innovativo ha sviluppato negli anni la sua attività di formatore, dove integra la sua pluriennale esperienza artistica e musicale con tecniche di sviluppo della creatività, volte a stimolare nelle persone la motivazione a sviluppare il proprio talento.

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