Homo faber fortunae suae. Mettersi in gioco per diventare un imprenditore migliore

«Credete che l’imprenditorialità possa essere insegnata?» questa è la domanda che Bill Aulet, direttore del Martin Trust Center per l’imprenditorialità al MIT, rivolge agli studenti dei suoi corsi.

E la risposta è sì. Imprenditori non si nasce, si diventa.  

Aulet ne parla nel suo libro La disciplina dell’imprenditore – 24 passi per una startup di successo, uno strumento utilissimo per chi vuole trasformare un’idea in un’impresa di successo. Un manuale nel quale ci insegna il metodo, in 24 step, per diventare degli imprenditori capaci. Un percorso che passa attraverso vari temi, dal costruire il profilo del cliente al progettare il business model.

 

In principio è un’idea, una passione, una nuova tecnologia. E poi?

La creatività è una skill fondamentale, ma non è sufficiente a realizzare un progetto che porti a risultati a lungo termine e, soprattutto, a tramutarla in profitto. Qui entrano in gioco le competenze imprenditoriali, competenze che si possono imparare e sviluppare e, sorpresa, l’inflazionato carisma non è tra queste. Piuttosto, un imprenditore ha necessità, tra le altre cose, di essere un bravo comunicatore e di saper scegliere e gestire le persone. E, oltre alle skills individuali, si deve investire anche su quelle di gruppo perché, sfatando un mito, sono i team a fondare le imprese, non i singoli. In un’atmosfera di condivisione e collaborazione si sviluppano abilità e ci si incoraggia l’un l’altro, stimolando la competitività sana. Come si dice, l’unione fa la forza.

 

Ma cos’è l’imprenditorialità?

È creare un nuovo business dove ancora non esiste. E un’impresa innovativa è un’invenzione che viene commercializzata. L’idea non deve necessariamente arrivare dall’imprenditore, può avere origine anche da qualcun altro. La sua missione è quella di essere capace di commercializzarla, perciò deve essere, prima di tutto, un ottimo venditore. Le sales skills sono tra le competenze basilari richieste a un imprenditore che voglia essere tale.

Una piccola o media impresa ha caratteristiche e obiettivi diversi da una grande impresa basata sull’innovazione, ma alcuni elementi chiave e un approccio diverso possono fare la differenza in entrambe le realtà.

In un mondo ogni giorno più veloce e complesso, diventa sempre maggiore la necessità di avere imprenditori capaci, che possano identificare la soluzione migliore ai bisogni del mercato e che sappiano poi agire efficacemente, che si tratti di beni fisici, di servizi o di fornitura di dati.

Non esiste un gene speciale che predispone a essere imprenditore. È l’azione intelligente e flessibile che porta al successo. La storia dimostra come le abilità degli imprenditori abbiano portato i cambiamenti più significativi e contribuito a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere. Tu potresti essere uno di loro.

 

 

Tratto dal testo: Bill Aulet, La disciplina dell’imprenditore – 24 passi per una startup di successo

A cura di: Andrea Bennardo

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