Alla ricerca del senso perduto. Cos’è successo al RIsorSE Day 2022

 

Il senso di appartenenza è uno dei bisogni fondamentali nell’uomo e il lavoro, se è una vocazione, soddisfa questo bisogno. È la mancanza di senso che rende il lavoro insostenibile.

 

Di cosa parliamo quando parliamo di sostenibilità all’interno delle organizzazioni?

Questo è il tema del RIsorSE Day 2022, presentato da Sabrina Bonomi, professoressa associata di Organizzazione Aziendale, consultant and trainer, con il suo intenso intervento introduttivo.

Lo sviluppo sostenibile riguarda ogni realtà aziendale e le Risorse Umane svolgono un ruolo chiave: dare valore e bilanciare tutti i bisogni dell’uomo al lavoro, perché dalla soddisfazione di questi bisogni dipende il vantaggio competitivo dell’azienda e l’impatto sociale che ha.

Che cosa serve in una gestione sostenibile delle risorse umane? Valori e trasparenza delle proprie azioni. Fiducia e responsabilità, tra cui il coinvolgimento e la motivazione dei lavoratori. Valutazione e circolarità del processo, in una logica di miglioramento continuo.

Secondo la teoria AMO (Ability – Motivation – Opportunity-enhancing) ci sono tre cose da potenziare in ogni lavoratore: la abilità, le motivazioni e le opportunità.

 

E, a proposito di opportunità, dopo questo momento introduttivo, per i partecipanti si presenta l’occasione di mettersi alla prova in prima persona. Ogni persona sceglie uno dei 4 coinvolgenti workshop, che coprono le 4 sfere di ogni essere umano: la Mente, il Corpo, lo Spirito e il Pensiero Sistemico, che ci fa diventare consapevoli dei sistemi in cui siamo inseriti e agire in sintonia con essi. C’è chi sceglie l’ambito che gli è più affine, per potenziare quello in cui si riconosce di più. E c’è chi, invece, si mette alla prova scegliendo la parte con la quale ha meno confidenza, per scoprire modi nuovi di relazionarsi con se stesso e con il mondo.

Savino Liuzzi, attore e coach, nel suo workshop sul Corpo ci invita a smettere di considerare il nostro corpo solo come “qualcosa che ci portiamo dietro”. Tendiamo a vivere di pensiero, a riconoscerci nel pensiero, ma è necessario riprendere contatto con la nostra parte fisica, perché ha un grande potere sulla nostra mente. Con esercizi pratici, impariamo come agire sul nostro corpo per alleggerire il nostro pensiero, così da risolvere i conflitti con gli altri e con noi stessi. Così da incanalare la nostra energia in maniera costruttiva e relazionarci in modo più equilibrato.

Quando, invece, siamo chiamati a usare la Mente, è importante farlo bene, perché i nostri processi cognitivi siano efficaci e fruttuosi. Elaine Leen, trainer e coach, ci porta a sperimentare La Tecnica dei 6 Cappelli di Edward De Bono, grazie alla quale scopriamo che cambiare punto di vista non è solo opportuno, è una necessità. Ogni volta che indossiamo un cappello di un colore diverso, orientiamo la nostra modalità di pensiero in una diversa direzione, in una sorta di brainstorming ordinato: questo ci permette di avere una visione completa del problema, migliorando così il processo decisionale.

C’è un altro aspetto che fa parte di noi, indipendentemente dal credo religioso: è la spiritualità, presente in tutti, anche negli atei. È quella sfera dell’essere umano che, a proposito di ricerca di senso, ci porta a farci le domande giuste. Nel workshop sullo Spirito, Padre Natale Brescianini, monaco benedettino e coach, ci ricorda come la spiritualità non dà risposte ma aiuta ad interrogarsi. Esiste un’Intelligenza Spirituale e anche una Leadership Spirituale, che non riguarda la posizione gerarchica, ma come ci si pone di fronte alle proprie responsabilità. Per esempio, invece di chiederci perché i collaboratori se ne vanno, perché non ci chiediamo il motivo per cui non riusciamo a trattenerli?

Alla valorizzazione delle diversità, altro aspetto cardine delle Risorse Umane sostenibili, ci pensa il workshop sul Pensiero Sistemico, tenuto da Alexa Invrea, pittrice e arteterapeuta. L’arte e la creatività sono strumenti potentissimi di ascolto, di autoconoscenza e di attivazione dell’intelligenza emotiva. Tutte skills di cui abbiamo bisogno per imparare a comunicare in maniera efficace, e sappiamo tutti che la comunicazione è alla base di qualsiasi risultato aziendale. Attraverso un laboratorio di pittura, impariamo a scoprire noi stessi e l’altro, in un confronto attivo e mai giudicante. 

 

Per continuare a parlare di creatività, la giornata si conclude con un illuminante intervento di Igor Sibaldi, che ci sprona a far emergere il nostro IO Creativo, oltre i limiti della nostra identità sociale e professionale. Ci fa una domanda provocatoria: “ma io, chi sono?”. Essere stanchi di venire indentificati solo con le etichette ufficiali (nome, professione, ruolo famigliare, etc.) è il modo migliore per aprirsi alla creazione e all’immaginazione. Disobbedire a se stessi è il modo più efficace per cambiare la realtà attorno a sé. Immaginare è percepire quello che c’è al di là, è produrre nuove possibilità, indispensabili oggi più che mai. Il filosofo e narratore ci insegna pratici esercizi di visualizzazione, attraverso i quali affacciarci oltre il conosciuto e poter esprimere la parte migliore di noi.

Siamo tutti collegati, in una rete energetica e relazionale che, per funzionare, prevede la reciprocità. Siamo tutti chiamati a lavorare su noi stessi per il benessere, non solo individuale, ma di quello della società intera. Perché, come scriveva Antonio Genovesi, “è legge dell’universo che non si può fare la nostra felicità senza far anche quella degli altri”.

 

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