Alleniamoci a farcela

Nel 1982, un ancora sconosciuto Michael Jordan segnò il canestro della vittoria durante la finale del NCAA, il campionato di basket universitario statunitense, una partita che divenne leggendaria negli annali. Durante l’intervallo, a metà fra il primo e il secondo tempo, il ruolo di Dean Smith, allenatore dei Tar Heels di Jordan, ha giocato un ruolo fondamentale nella vittoria della sua squadra: quando erano sotto di un punto, ha saputo motivarli nel modo giusto, causando una reazione che ha portato alla vittoria.

In medio stat virtus, dicevano già i latini. In questo caso, lo potremmo interpretare così: quando ci troviamo a metà di un percorso, che sia una partita di basket, un progetto da portare a termine o la nostra vita, affrontiamo un momento di crisi, che possiamo sfruttare per ripartire con più energia e motivazione.

Daniel Pink lo spiega nel suo libro WHEN, I segreti della scienza per scegliere il momento giusto.

Come Smith portò alla vittoria i Tar Heels, così il ruolo di un coach (termine inglese che significa proprio “allenatore”) può essere fondamentale per aiutare un team a portare a termine un progetto.

Nei primi anni ’70, i paleontologi Niles Eldredge e Stephen Jay Gould svilupparono una nuova teoria sull’evoluzione, che chiamarono “equilibrio punteggiato”. Secondo questa teoria, il percorso evolutivo delle specie è costituito da periodi di tranquilla stabilità “punteggiati” da rapidi impulsi al cambiamento.

Negli anni ’80, la studiosa Connie Gersick applicò uno studio simile ai gruppi che lavoravano su progetti, per capire come questi processi evolutivi si svolgono in un altro ambito: persone che lavorano assieme. Rilevò che, a metà strada tra il primo incontro e la scadenza ufficiale, il team attraversava una fase di inerzia, seguita da una svolta improvvisa. Arrivati ad un punto medio, nel quale non avevano ancora prodotto grossi risultati, i membri dei team percepivano un senso di urgenza, che risvegliava le motivazioni e rimodellava la strategia.

I punti medi possono avere un duplice effetto. In alcuni casi fiaccano la motivazione, in altri la riattivano. La missione del coach è quella di aiutare il gruppo a riattivare la motivazione durante questa fase. Evitare il “crollo” e generare una “scintilla”, come li definisce Pink.

Per Pink sono tre i passaggi per trasformare una crisi in scintilla:

  • essere consapevoli dell’esistenza dei punti medi
  • usarli per darsi una scossa invece che per deprimersi
  • immaginare di essere indietro, ma solo di poco rispetto all’obiettivo

    Già tra gli anni Sessanta e Settanta, lo psicologo aziendale Bruce Tuckman elaborò una teoria sull’evoluzione dei team che prevedeva quattro fasi: la genesi, la tempesta, la normazione e l’esecuzione. Pink unisce il modello Tuckman con gli studi della Gersick e crea una struttura a tre fasi, applicabile alla realizzazione di un progetto in team, nelle quali il coaching svolge un ruolo decisivo.

–  Fase 1: genesi e tempesta. I team, appena si riuniscono, vivono un periodo di armonia, che va sfruttato per sviluppare una visione condivisa e produrre idee. Al sorgere di conflitti tra i membri, il coach deve assicurarsi che tutti i partecipanti abbiano voce e possano contribuire.

–  Fase 2: il punto medio. I team diventano più aperti al coaching e il terreno è fertile per galvanizzare l’azione. Se l’impegno è alto, meglio concentrarsi sul lavoro che rimane da fare. Se invece è basso, è più utile evidenziare i progressi compiuti.

–  Fase 3: esecuzione. I team sono motivati. È importante ricordare l’obiettivo verso il quale il gruppo si sta muovendo e indirizzare l’attenzione sull’esecuzione, per evitare di regredire alla fase di tempesta.

Hannes Schwandt, dell’Università di Zurigo, sostiene l’importanza di programmi di tutoring per i dipendenti, durante tutta la loro carriera. Questo presenta due vantaggi. Il primo è riconoscere che la maggior parte di noi deve affrontare una “crisi di mezzo”: riconoscerla è il primo passo per uscirne. Il secondo, che i dipendenti più esperti possono offrire sostegno e aiuto per affrontare questa crisi e ciò contribuisce a “fare gruppo”.

Un atleta ha bisogno di allenarsi per vincere una gara. Manager e collaboratori hanno necessità di “allenarsi” per raggiungere un obiettivo. Nel modo giusto e con i tempi giusti.

 

 

Tratto dal testo: Daniel H. Pink, WHEN, I segreti della scienza per scegliere il momento giusto

A cura di: Andrea Bennardo

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